Zogarth – Primal Hunter Vol 2

L’obiettivo di Jake e di superare i 3 dungeon rimasti, portare a casa Xp, livelli e skills. Il primo avversario è Cervo dotato della capacità di gestire rune. riesce a vincere corrompendo il nucleo, basato su mana della luce. Nel secondo dungeon scopre di essere allineato al dark-mana e anche in questo caso sconfigge il boss che mostra avere rancore verso il Re dei 4 dungeon. Lo stesso si può dire per il quarto boss. Entrambi lasciano a Jake delle armi speciali apposta per affrontare il Re.

Durante la liberazione dei Dungeon Jake si incontra con William, il predestinato a vincere il tutorial, ma quest’ultimo preso alla sprovvista viene eliminato in maniera velocissima. Compare la divinità patrona di William per portarlo in salvo.

Compare anche la vipera Malefica e dopo aver discusso con il patrono di William racconta a Jake una storia che sarebbe dovuta essere. Jake sarebbe dovuto essere morto il secondo giorno e che tutto quello che sta facendo è un’incognita, e che nemmeno gli dei sanno cosa potrà succedere. Questo è dovuto alla Bloodline di Jake, che si dimostra essere unica e potentissima. Si scopre anche che le Bloodline non sono gestite dal Sistema e quindi in grado di far accadere cose straordinarie

Il re dei Dungeon è un rank superiore a Jake ed è considerato un genio della sua generazione. Per questo gioca con Jake come il gatto col topo. In questo caso sottovalutando l’avversario e incredibilmente perdendo, ancora una volta contro i pronostici del Fato.

Finisce il Tutorial Jake a un strafottio di punti e compra skilll utili.

ha anche tempo di passare del tempo con la Vipera Malefica e il dio dell’alchimia, che lo sottopongono a dei bagni velenosi per stimolarne la crescita. Ancora una volta grinta+bloodline la fanno da campione e Jake supera al meglio la prova.

Tornato sulla terra coi sopravvisuti incontra Jacob e gli altri ma decide di tornare nella foresta a reclamare la terra che ha vinto dal Re.

Ne trova un’altra e si insedia. Arrivano dei profughi che decide di accettare nella comunità a patto che non gli rompano le palle e che gestiscano loro la città in divenire.