UXM 220
Una sorta di numero poetico, che inizia “nel regno dell’immaginazione” con due aquile che volano alte sulle montagne in una danza di accoppiamento, e poi il maschio si rivela essere cibernetico e si abbatte sulla femmina, che si schianta al suolo. Una metafora…
Nella realtà, Tempesta ha rintracciato Logan sulle montagne. È venuta a dirgli di guidare gli X-Men mentre lei cerca Forge per ripristinare i suoi poteri. Logan insiste che è un errore, non è un leader, ma acconsente.
Quattro giorni dopo è a Dallas nell’attico di Forge. Sembra che sia abbandonato. Nell’attico vediamo il vecchio sciamano Naze che esegue un rituale mistico.
Ororo scopre che la casa di Forge è un relitto e gli ologrammi riproducono continuamente le sue precedenti interazioni con Forge, compreso l’incidente che le è costato i poteri. I sistemi di sicurezza la attaccano e lei sfreccia e si tuffa come un ladro, finché non viene abbattuta da un proiettile stordente. Si rialza ed esplora ulteriormente, scoprendo che l’intero posto è diventato un santuario decrepito del periodo trascorso con Forge.
Trova Forge collegato a un enorme congegno, che si nutre delle allucinazioni di Storm come un drogato squilibrato. Ma è solo un altro ologramma.
Naze la trova e anche lui sta cercando Forge. Teme che Forge sia impazzito per il dolore della perdita di Ororo, che possa essere stato reclamato dall’Avversario, il malvagio da cui gli sciamani si proteggono. Dice che Ororo ha un debito con lui per averle salvato la vita. Forge è come l’aquila, i venti che lo trasportano possono anche abbatterlo.
Ororo riflette sulle sue responsabilità in questa situazione, sul dovere e sull’amore. Accetta di aiutare Naze.
Spero che recuperi presto i suoi poteri, mi sto stancando di questo….